Biodiversità olivicola aziendale

Figura 1.1. Limite delle aree di diffusione delle principali varietà. Area delle varietà ‘Ogliarola Messinese’, ’Santagatese’, ‘Minuta’ (I). Area delle varietà ’Moresca‘, ‘Nocellara Etnea’, ‘Tonda Iblea’, ‘Biancolilla’ (II). Area delle varietà ‘Cerasuola’, ‘Nocellara del Belice’, ‘Buscionetto’, ‘Giaraffa’ (III).

  • BIANCOLILLA: si fa riferimento ad una popolazione di genotipi originari della Sicilia occidentale. Il nome deriva dal colore biancastro che vira al lilla della drupa durante l’invaiatura. Questa cultivar esclusivamente utilizzata per l’estrazione dell’olio, ha una resa bassa, ma produce un olio molto apprezzato. Pianta di grande vigoria con portamento non ben definito. Le foglie sono corte e lanceolate, di colore verde scuro, la mignola è rada corta. Il frutto è grande (4.5g) di forma ellittica e umbonato, con un’ottima percentuale del peso della polpa, circa l’85% , rispetto a quello dell’intera drupa. La produzione è spesso alternante e mostra eccezionali annate di carica. La Biancolilla risulta parzialmente autofertile, viene però incrementata l’impollinazione da Moresca, Nocellara Etnea, Zaituna, Ogliarola Messinese e Tonda Iblea (Bottari e Spina, 1952).
  • CERASUOLA: cultivar della Sicilia occidentale conosciuta con diversi nomi (Palermitana, Marfia, Ogliara), è una varietà sensibile alla rogna, con un’alta resa in olio. Le foglie sono mediamente lunghe ellittico lanceolate, la mignola è compatta di lunghezza media. L’invaiatura inizia dalla base. Il frutto ha un peso medio (4.3 g) di forma ellittica, presenta piccole lenticelle. L’invaiatura inizia dall’apice.
  • MORESCA: Il nome deriva dalla colorazione nera che assume a maturazione precoce già nel mese di ottobre. Viene coltivata per l’estrazione dell’olio con una resa in olio media di circa il 16-19% e per il consumo diretto, riguardante la produzione di olive nere essiccate. La pianta ha un portamento espanso con rametti dagli internodi lunghi. Le foglie sono di lunghezza media e piuttosto larghe, quindi di forma ellittica, la mignola è compatta e corta. Il frutto di peso medio ha forma ellittica, presenta numerose lenticelle grandi e l’umbone. L’invaiatura progredisce dalla base. La Moresca è auto sterile, ma viene solitamente fecondata da Biancolilla, Nocellara Etnea, Zaituna, Ogliarola Messinese e Tonda iblea (Bottari e Spina, 1952).
  • NOCELLARA DEL BELICE: cultivar originaria della Valle del Belice e diffusa nella Sicilia occidentale. Produce olio e olive per il consumo diretto. La resa in olio è media, le foglie ellittico lanceolate, la mignola è rada di lunghezza media. Il frutto è pesante (7,4g) di forma sferica, umbonato con poche lenticelle di grande dimensione. L’invaiatura è uniforme.
  • NOCELLARA ETNEA: accessione originaria e diffusa nella Sicilia orientale. A duplice attitudine, il frutto a maturazione tardiva viene facilmente denocciolato, quindi si presta alla produzione di olive verdi farcite, presenta un ottimo rapporto polpa nocciolo e la resa in olio media è del 15-20%. La pianta è molto vigorosa con una folta chioma dal portamento pendulo e rametti dagli internodi lunghi. Le foglie sono lanceolate di media lunghezza, la mignola è compatta. Il frutto di peso medio elevato mostra una forma allungata, umbonato presenta poche lenticelle grandi. Tra le cultivar siciliane, i frutti di questa varietà risultano i meno danneggiati da attacchi dacici. L’invaiatura è uniforme. La Nocellara Etnea risulta essere auto e spesso inter sterile, i principali impollinatori sono Biancolilla e Moresca (Bottari e Spina, 1952).
  • TONDA IBLEA: coltivata nella provincia di Ragusa, Siracusa Catania, e Enna, è utilizzata come cultivar a duplice attitudine, per la preparazione di olive verdi, dato l’ottimo rapporto polpa nocciolo, con valori di percentuale di polpa che si attestano a circa il 90%; media risulta, invece, la resa in olio. La pianta, dal portamento assurgente, presenta diversi adattamenti xerofitici: gli internodi, infatti, sono corti, le foglie brevi, lanceolate, con lembi ripiegati verso la pagina inferiore, la mignola è anch’essa compatta. Il frutto è pesante di forma sferica o ellittica, non presenta umbone e scarso è il numero di lenticelle. L’invaiatura progredisce dall’apice. È una cultivar auto e spesso inter sterile, tra gli impollinatori principali vi sono Moresca, Zaituna e Calatina per l’alta collina (Bottari e Spina, 1952).